• "J.L.B." (2011)

    Tutto il lavoro è partito da questa immagine, realizzata nell’ambito del mio progetto multimediale dedicato alla “Casa de Retiro Espiritual” dell’Architetto Emilio Ambasz, che è approdato a un volume edito in tutto il mondo ed alla esposizione del M.o.M.A. 2005-2006, che esponeva tutto il mio lavoro video-fotografico. Mentre mi trovavo nel patio, mi è tornata alla mente una poesia di Jorge Luis Borges, e da quel momento, in quasi sette anni, ho continuato a cercare Borges nelle immagini del mondo.

    Michele Alassio

     

    “Con la sera si stancarono i due o tre colori del patio. Questa notte la luna, il chiaro cerchio, non domina il suo spazio. Patio, cielo incanalato. Il patio è il declivio sul quale straripa il cielo nella casa. Serena l’eternità attende al crocevia delle stelle. È bello vivere con l’amicizia oscura di un atrio, di una pergola e di una cisterna.” ....(Leggi tutto)

    Da “Un Patio” “Fervore di Buenos Aires” (1923)

  • "J.L.B."

    In one of the most famous phrases in the history of criticism, the Roman poet Horace included in his Ars poetica this somple lapidary injuction: “Ut pictura poesis”.

    In other words, we must consider a literary text to be as worthy of critical discernment as is a picture. In staking out the rights of literary expression to be held to the same hig critical standards as painting the were, Horace sought to under mine the dominance of painting as the ultimate and most sublime form of art.

    “Ut pictura poesis” came to my mind immediately when I first saw Michele Alassio’s gorgeous book, J.L.B., a copy of which he was kind enough to send me after its first printing. As that time I was the President of The New York Public Library, whose magnificent Rose Main Reading Room appears in two of the twenty-one highly poetic images that Michele included in the book.....(Leggi tutto)

    Paul Leclerc
    President Emeritus, New York Public Library

  • Grimani Palace, Venezia, Gennaio 2009

    “…tutte le arti aspirano alla condizione della musica, che non è altro che forma, La Musica, gli stati di felicità, la mitologia, i volti scolpiti dal tempo, certi crepuscoli e certi luoghi, vogliono dirci qualcosa, o qualcosa dissero che non avremmo dovuto perdere, o stanno per dire qualcosa; quest’imminenza di una rivelazione, che non si produce, è, forse, il fatto estetico.”

    Last paragraph of “The Wall and the Books” from “Other Inquisitions” (1950)

    Stampa su carta Hahnemühle Museum Fine Art/ edizione di dieci copie, diverse dimensioni

     

  • Uffizi, Firenze, Ottobre 2009

    “Rileggo queste negazioni e penso: Ignoro se la musica sa disperare della musica, e il marmo del marmo; ma la letteratura è l’arte che sa profetizzare quel tempo in cui sarà ammutolita, e accanirsi sulla propria virtù e innamorarsi della propria dissoluzione e corteggiare la propria fine.”

    Last paragraph of “The Superstitious Ethics of the Reader” from “Discusión” (1931)

    Stampa su carta Hahnemühle Museum Fine Art/ edizione di dieci copie, diverse dimensioni

  • Paper Mill “Le Carte”, Pescia, Maggio 2010

    “Il fatto stesso di percepire, di fare attenzione, è di carattere selettivo; ogni attenzione, ogni nostra fissazione della coscienza, comporta una deliberata omissione di ciò che non interessa.”

    From “The Postulation of Reality” from “Discusión” (1932)

    Stampa su carta Hahnemühle Museum Fine Art/ edizione di dieci copie, diverse dimensioni

  • Public Library Reading Room, New York, Novembre 2007

    “…Noi (la indivisa divinità che opera in noi) abbiamo sognato il mondo. Lo abbiamo sognato resistente, misterioso, visibile, ubiquo nello spazio e fermo nel tempo; ma abbiamo ammesso nella sua architettura tenui ed eterni interstizi di assurdità, per sapere che è finto.”

    From “The Metempsyschosis of the Tortoise” from “Discusión” (1931)

    Stampa su carta Hahnemühle Museum Fine Art/ edizione di dieci copie, diverse dimensioni

  • Pietrasanta, Toscana, Italia, Ottobre 2009

    “Questo proiettile è antico. Nel 1897 lo sparò contro il presidente dell’Uruguay un ragazzo di Montevideo, Arredondo, che aveva passato un lungo tempo senza vedere nessuno, perché lo sapessero senza complici. Trent’anni prima, lo stesso proiettile aveva ucciso Lincoln, per opera criminale o magica di un attore, che le parole di Sakespeare avevano convertito in Marco Bruto, assassino di Cesare. Verso la metà del secolo XVII, la vendetta lo adoperò per dar morte a Gustavo Adolfo di Svezia, nel mezzo della pubblica ecatombe di una battaglia. Prima, il proiettile era stato altre cose, perché la trasmigrazione pitagorica non è soltanto degli uomini. Fu il cordone di seta che in Oriente ricevono i vizir, fu la fucileria e le baionette che distrussero i difensori di Alamo, fu la mannaia triangolare che tagliò il collo di una regina, fu gli oscuri chiodi che trafissero la carne del Redentore e il legno della Croce, fu il veleno che il capo cartaginese conservava in un anello di ferro, fu il sereno calice che in un tramonto bevve Socrate. Nell’alba del tempo fu la pietra che Caino scagliò contro Abele, e sarà molte cose che oggi neanche immaginiamo e che potranno finire con gli uomini e con il loro prodigiosi e fragile destino.”

    “In Memoriam J.F.K” from “The Maker” (1960)

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  • Keens Steakhouse, New York, Ottobre 2007

    “The Other Tiger”

    from “The Maker” (1960)

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  • Public Library Reading Room, New York, Novembre 2007

    “Verso l’ alba, sognò di essersi rifugiato in una delle navate della biblioteca del Clementinum. Un bibliotecario dagli occhiali neri gli domandò: “Che cerca?”. Hladìk rispose: “Cerco Dio”. Il bibliotecario disse: “Dio è in una delle lettere d’ una delle pagine d’ uno dei quattrocentomila volumi del Clementinum. I miei padri e i padri dei miei padri hanno cercato questa lettera; io sono diventato cieco a cercarla”. Si tolse gli occhiali e Hladìk gli vide gli occhi, che erano morti.”

    J.L.B. From “The Secret Miracle” from “Ficciones” (1944)

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  • Room of the Maps, Palazzo Vecchio, Firenze, Italia, Gennaio 2011

    “Non c’è una sola cosa al mondo che non sia misteriosa, ma tale mistero è più evidente in certe cose che in altre. Nel mare, nel colore giallo, negli occhi degli anziani e nella musica”

    From “The Temple of Poseidon”, in “Atlas” (1984)

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  • Viaduc Chaumont, Chaumont, Francia, Novembre 2010

    “È la porta a scegliere, non l’uomo.”

    From “Frammenti di un Vangelo apocrifo” in “Elogio dell’0mbra” (1969)

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  • Siena Hill’s, Italia, Febbraio 2011

    “Io sono l’unico spettatore di questa strada; se smettessi di vederla morirebbe.”

    From “Camminata” in “Fervore di Buenos Aires” (1925)

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  • St. Galgano Abbey, Siena, Italia, Febbraio 2011

    “A chi prefigge onnipotenti norme e una misura rigida e segreta, alle ombre, ai fantasmi ed alle forme che tessono e disfano la vita se per tutto c’è termine e c’è regola e ultima volta e per sempre ed oblio Chi potrà dirci a chi, in questa casa, senza saperlo abbiamo detto addio?”

    From “Limits” in “The Other, the same” (1964)

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  • New York, Novembre 2007

    Funes o della memoria

    From “Finzioni” (1944)

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  • Riccardiana Library, Firenze, Italia, Gennaio 2009

    “Eri già qui prima di entrare, e quando esci non saprai che rimani.”

    From “Alla Francia” in “History of the Night” (1977)

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  • Villa Pisani, Italia, Marzo 2008

    “Se lo spazio è infinito, siamo in qualunque punto dello spazio, se il tempo è infinito, siamo in qualsiasi punto del tempo”

    From “The Book of sand” (1975)

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  • Cà Rezzonico, Venezia, Italia, Gennaio 2008

    “Dio ha creato le notti che si colmano di sogni e le figure dello specchio affinchè l’uomo senta che è riflesso e vanità. Per questo ci spaventano”

    From “Gli Specchi” in “L’Artefice” (1960)

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  • St. Galgano Abbey, Siena, Italia, Febbraio 2011

    “Sempre è commovente il tramonto per indigente o sgargiante che sia, ma più commovente ancora è quel brillio disperato e finale che arrugginisce la pianura quando il sole ultimo si è sprofondato. Ci duole sostenere quella luce tesa e diversa, quella allucinazione che impone allo spazio l’unanime paura dell’ombra e che cessa di colpo quando notiamo la sua falsità, come cessano i sogni quando sappiamo di sognare.”

    From “Afterglow” in “Fervore di Buenos Aires” (1925)

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  • Mirror Maze, Luzern, Svizzera, Novembre 2010

    “È dubbio che il mondo abbia un senso; ed è ancora più dubbio che abbia un duplice o triplice senso.”

    From “The mirror of the enigmas” in “Altre Inquisizioni” (1952)

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  • Quinta da Regaleira, Sintra, Portogallo, Marzo 2011

    “L’Architettura mancava di ogni fine. Abbondavano il corridoio senza sbocco, l’alta finestra irraggiungibile, la vistosa porta che s’apriva su una cella o su un pozzo, le incredibili scale rovesciate, coi gradini e la balaustra all’ingiù. Altre aereamente aderenti al fianco d’un muro monumentale, morivano senza giungere ad alcun luogo, dopo due o tre giri, nelle tenebre superiori delle cupole.”

    From “L’Immortale” in "L’Aleph" (1949)

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  • Unending Rose, Venezia, Italia, Marzo 2011

    «Unending Rose»

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  • Real Alcazar, Sevilla, Spagna, Marzo 2011

    “…la vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro, leggerli in ordine è vivere; sfogliarli a caso, sognare.”

    From “Time and J. W. Dunne” in “Other Inquisition” (1940)

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  • Real Alcazar, Sevilla, Spagna, Marzo 2011

    “Aver sentito il cerchio dell’acqua nella segreta cisterna, l’odore del gelsomino e della madreselva, il silenzio dell’uccello addormentato, l’arco dell’androne, l’umidità – tali cose, forse, sono la poesia.”

    From “Il Sud” in “Fervore di Buenos Aires” (1923)

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